pp.272, brossura
La ricca tavola sinottica che chiude questo volume, presenta l’organizzazione del lavoro di Francesco Accogli ed esprime il significato della sua fatica: offrire ai cittadini delle singole località del basso Salento tutto quello che è necessario ed utile per fare davvero la festa del santo patrono.
Si tratta, infatti, di sapere chi fu il santo onorato, e come egli è diventato familiare protettore delle vicende di ogni luogo, nel corso del secoli. Dall’alto del campanile o della facciata della chiesa matrice, egli continua a vegliare sulle sorti di tante generazioni. La statua che raffigura, una volta all’anno, passa per le strade, quasi a vedere le tristezze da consolare e i desideri da confortare, gioie e dolori negli abitanti di tante case.
Nelle chiese, gli altari a loro dedicati attraggono madri trepidanti e padri speranzosi, giovani sognanti e bambini che vedono di chi portano il nome. Il santo patrono, infatti, è quasi un familiare il cui nome viene portato da tante creature che nascono e sono posti sotto la sua protezione. Insomma, il santo venuto da lontano è diventato un concittadino apprezzato.
La biografia che Francesco Accogli presenta di ciascuno di loro, può rafforzare il rapporto originato dalla devozione dei padri. Questi santi patroni sono cristiani seguaci di Gesù e testimoni della fede in lui figlio di Dio, che hanno amato con la forza della carità ricevuta in dono. Per i credenti ciascuno di loro diventa esempio di vita buona: i santi dovrebbero aiutare a fare altrettanto. Il loro culto a questo è finalizzato. Queste indicazioni coinvolgono il comportamento quotidiano e suscitano relazioni cristiane nelle famiglie e nel paese.Il lavoro di Accogli può diventare un piccolo santoriale del basso Salento, che restituisce alla festa le finalità pur religiose e i significati originari. Anche se, bisogna riconoscere, dai santi patroni si attende di più la forza della loro intercessione presso Dio, se non proprio da loro stessi l’efficace intervento nelle sventure umane. Che, poi, ogni anno, il ricordo del patrono lo si faccia tutti insieme, con i modi e le tonalità che il sentimento collettivo sa adoperare, attingendo all’ethos paesano strutturatosi nel corso dei secoli, la festa, appunto, è espressione di identità e al tempo stesso occasione del suo sviluppo nei contesti culturali nuovi. La festa accomuna e fa, pur essa, il popolo di ogni paese, unito e concorde, almeno per un giorno.
Per tutte queste ragioni c’è da auspicare che il volume di Francesco Accogli venga ben accolto e confermi le ragioni e gli ideali del far festa in ciascun luogo, con intensi coinvolgimenti umani e cristiani.