AGRICOLTURA E INDUSTRIE INDOTTE IN PUGLIA TRA OTTOCENTO E NOVECENTO

Mastrolia Franco Antonio
Dello stesso autore
EAN: 9788849532661



pp.180+32 f.t.

L’agricoltura è stata il settore trainante dell’economia pugliese, con caratteristiche diverse in Capitanata, in Terra di Bari e in Terra d’Otranto. Seminativi, oliveti, vigneti e la presenza di pascoli erano tipici del paesaggio agrario. Pur in presenza di una terra arretrata e povera, negli anni Settanta dell’Ottocento erano evidenti alcuni cambiamenti. Diffusa era l’olivicoltura e nello stesso tempo la viticoltura migliorò la situazione pugliese. L’imprevista rottura con la Francia e la diffusione della fillossera misero in luce i limiti del settore, non mancando l’apporto di diversi benemeriti, premiati nelle Esposizioni nazionali. La struttura industriale era debole, legata all’agricoltura, potenziata grazie ad alcune istituzioni (società economiche, comizi agrari prima, poi cattedre ambulanti, scuole di agricoltura, consorzi antifillosserici e agrari). Un lento miglioramento si arrestò con la Grande Guerra, poi la difficile ripresa, con i contadini in cerca di «terre». L’olivicoltura recuperò, in crescita il tabacco, statica la viticoltura e ridotti i cereali. Diversi operatori ebbero l’ambito riconoscimento di «cavalieri del lavoro», altri potenziarono con successo le loro aziende. Il fascismo diede vita alle «battaglie» in favore dell’agricoltura, con aspetti positivi e più negativi. Il settore industriale mostrò segni di ripresa, colpito dalla crisi degli anni Trenta e poi dal secondo conflitto mondiale. Profonde trasformazioni e specifiche innovazioni tecnico-colturali furono compiute in alcune aree pugliesi con orientamenti diversi nell’utilizzazione del suolo, con contrazione delle aree interessate dalle colture tradizionali e all’introduzione ed espansione di colture industriali, orticole, agrumi, frutta, mandorle, a più alto reddito, anche se dominava la piccola proprietà con la presenza di aziende frammentate. Il ruolo della Puglia nel contesto agricolo nazionale era significativo, anche se le carenze e i limiti strutturali e funzionali condizionarono lo sviluppo e la potenzialità. Il settore necessitava di maggiore espansione delle aree irrigue, accelerare il processo di meccanizzazione e di riconversione colturale e produttiva, assicurare adeguati crediti, attivare la cooperazione, ammodernare i trasporti, incentivare l’istruzione professionale e la commercializzazione. La Puglia agricola, alla fine del Novecento, era in continua e graduale evoluzione.


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pp.180+32 f.t.

L’agricoltura è stata il settore trainante dell’economia pugliese, con caratteristiche diverse in Capitanata, in Terra di Bari e in Terra d’Otranto. Seminativi, oliveti, vigneti e la presenza di pascoli erano tipici del paesaggio agrario. Pur in presenza di una terra arretrata e povera, negli anni Settanta dell’Ottocento erano evidenti alcuni cambiamenti. Diffusa era l’olivicoltura e nello stesso tempo la viticoltura migliorò la situazione pugliese. L’imprevista rottura con la Francia e la diffusione della fillossera misero in luce i limiti del settore, non mancando l’apporto di diversi benemeriti, premiati nelle Esposizioni nazionali. La struttura industriale era debole, legata all’agricoltura, potenziata grazie ad alcune istituzioni (società economiche, comizi agrari prima, poi cattedre ambulanti, scuole di agricoltura, consorzi antifillosserici e agrari). Un lento miglioramento si arrestò con la Grande Guerra, poi la difficile ripresa, con i contadini in cerca di «terre». L’olivicoltura recuperò, in crescita il tabacco, statica la viticoltura e ridotti i cereali. Diversi operatori ebbero l’ambito riconoscimento di «cavalieri del lavoro», altri potenziarono con successo le loro aziende. Il fascismo diede vita alle «battaglie» in favore dell’agricoltura, con aspetti positivi e più negativi. Il settore industriale mostrò segni di ripresa, colpito dalla crisi degli anni Trenta e poi dal secondo conflitto mondiale. Profonde trasformazioni e specifiche innovazioni tecnico-colturali furono compiute in alcune aree pugliesi con orientamenti diversi nell’utilizzazione del suolo, con contrazione delle aree interessate dalle colture tradizionali e all’introduzione ed espansione di colture industriali, orticole, agrumi, frutta, mandorle, a più alto reddito, anche se dominava la piccola proprietà con la presenza di aziende frammentate. Il ruolo della Puglia nel contesto agricolo nazionale era significativo, anche se le carenze e i limiti strutturali e funzionali condizionarono lo sviluppo e la potenzialità. Il settore necessitava di maggiore espansione delle aree irrigue, accelerare il processo di meccanizzazione e di riconversione colturale e produttiva, assicurare adeguati crediti, attivare la cooperazione, ammodernare i trasporti, incentivare l’istruzione professionale e la commercializzazione. La Puglia agricola, alla fine del Novecento, era in continua e graduale evoluzione.

Dettagli
DatiDescrizione
EAN9788849532661
AutoreMastrolia Franco Antonio
EditoreESI - EDIZIONI SCIENTIFICHE ITALIANE
Data pubblicazione01/05/2017
CategoriaSaggistica
Pagine176
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