Bizantini in Terra d'Otranto. San Nicola di Casole

Dacquino Cesare
Dello stesso autore
Editore/Produttore: CAPONE EDITORE
EAN: 9788883490170



pp.168, brossura

A seguito della Guerra greco-gotica (535-553) combattuta in Italia tra Bizantini e Ostrogoti, l’imperatore d’Oriente Giustiniano emanò nel 554 la famosa Prammatica Sanzione:?l’Italia diventava una provincia dell’Impero Romano d’Oriente. Per più di mezzo millennio la civiltà bizantina penetrò in ogni settore della vita e della cultura nella nostra penisola permeandone spiritualità e comportamenti.
Fra tutti i territori italici il Salento fu di sicuro il più “bizantino”, ovvero quello che in maniera più autentica assimilò fin nella stessa dimensione ontologica i valori e le idealità più profonde del vicino Oriente;?né poteva essere altrimenti, soprattutto se si considera la posizione geograficamente strategica dell’antica Messapia nel cuore del Mediterraneo, ponte tra Occidente e Oriente, crocevia di tutti i passaggi e le rotte percorribili nel mondo allora conosciuto.
E quando poi in Italia piombarono popoli stranieri e i Normanni completarono nel 1071 la conquista dell’intero Mezzogiorno, ancora per secoli -ancora per oltre mezzo millennio- la civiltà bizantina continuò comunque ad esercitare fortemente la propria influenza nel Salento:?Graecia capta cepit Romam si disse all’indomani del 146 a. C., lo stesso destino si ripeteva per la civiltà bizantina in Terra d’Otranto.
In questa azione gloriosa -inizialmente di irradiazione della cultura greca nel nostro territorio, successivamente di resistenza della stessa contro l’incalzare inesorabile della civiltà latina- il monastero di S. Nicola di Casole costituì l’unico vero polo, il solo punto autorevole di riferimento.
Anche dopo il 1480 -anno in cui i cavalieri dell’Islam consumarono la strage di Otranto- l’Umanesimo di Casole, reso ancor più ricco e prezioso dall’opera dei vari papas e di numerose famiglie impegnate nella difesa del rito greco in provincia di Otranto, continuò per intere generazioni.
Questo libro è la storia di Casole, dalla sua fondazione alla distruzione del 1480 fino ai successivi tentativi di disperata rinascita, è il racconto di secoli di vita vissuti tra fede e cultura, è la descrizione di una regola monastica che tutto esigeva dai suoi figli in cambio della felicità celeste, è -infine- la documentata testimonianza di una operosità i cui effetti varcarono i confini della Puglia per raggiungere terre lontane e spaziare nell’intera area dell’antica Magna Grecia.

L’autore. CESARE DAQUINO è nato a Morciano di Leuca (Lecce) nel 1946. È preside incaricato nella Scuola Media. Da un lavoro di scavo sui fenomeni più significativi della cultura salentina sono apparsi in volume Morciano di Leuca (1988), Barbarano (1989), I?Messapi e Vereto (1991), La Guida di Leuca (1993), Masserie del Salento (1994), Guida alle Masserie del Salento (1999), I?Messapi. Il Salento prima di Roma (1999), curati dall’editore Capone di Cavallino (Lecce).
Su Angelo Thio, averroista morcianese del sec. XVI, ha pubblicato Angelo Thio filosofo “apulo” del XVI sec. nella Rivista “Idee”?(Micella, Lecce 1988) e Angelo Thio. L’oggetto della logica (Maglie 1991)


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pp.168, brossura

A seguito della Guerra greco-gotica (535-553) combattuta in Italia tra Bizantini e Ostrogoti, l’imperatore d’Oriente Giustiniano emanò nel 554 la famosa Prammatica Sanzione:?l’Italia diventava una provincia dell’Impero Romano d’Oriente. Per più di mezzo millennio la civiltà bizantina penetrò in ogni settore della vita e della cultura nella nostra penisola permeandone spiritualità e comportamenti.
Fra tutti i territori italici il Salento fu di sicuro il più “bizantino”, ovvero quello che in maniera più autentica assimilò fin nella stessa dimensione ontologica i valori e le idealità più profonde del vicino Oriente;?né poteva essere altrimenti, soprattutto se si considera la posizione geograficamente strategica dell’antica Messapia nel cuore del Mediterraneo, ponte tra Occidente e Oriente, crocevia di tutti i passaggi e le rotte percorribili nel mondo allora conosciuto.
E quando poi in Italia piombarono popoli stranieri e i Normanni completarono nel 1071 la conquista dell’intero Mezzogiorno, ancora per secoli -ancora per oltre mezzo millennio- la civiltà bizantina continuò comunque ad esercitare fortemente la propria influenza nel Salento:?Graecia capta cepit Romam si disse all’indomani del 146 a. C., lo stesso destino si ripeteva per la civiltà bizantina in Terra d’Otranto.
In questa azione gloriosa -inizialmente di irradiazione della cultura greca nel nostro territorio, successivamente di resistenza della stessa contro l’incalzare inesorabile della civiltà latina- il monastero di S. Nicola di Casole costituì l’unico vero polo, il solo punto autorevole di riferimento.
Anche dopo il 1480 -anno in cui i cavalieri dell’Islam consumarono la strage di Otranto- l’Umanesimo di Casole, reso ancor più ricco e prezioso dall’opera dei vari papas e di numerose famiglie impegnate nella difesa del rito greco in provincia di Otranto, continuò per intere generazioni.
Questo libro è la storia di Casole, dalla sua fondazione alla distruzione del 1480 fino ai successivi tentativi di disperata rinascita, è il racconto di secoli di vita vissuti tra fede e cultura, è la descrizione di una regola monastica che tutto esigeva dai suoi figli in cambio della felicità celeste, è -infine- la documentata testimonianza di una operosità i cui effetti varcarono i confini della Puglia per raggiungere terre lontane e spaziare nell’intera area dell’antica Magna Grecia.

L’autore. CESARE DAQUINO è nato a Morciano di Leuca (Lecce) nel 1946. È preside incaricato nella Scuola Media. Da un lavoro di scavo sui fenomeni più significativi della cultura salentina sono apparsi in volume Morciano di Leuca (1988), Barbarano (1989), I?Messapi e Vereto (1991), La Guida di Leuca (1993), Masserie del Salento (1994), Guida alle Masserie del Salento (1999), I?Messapi. Il Salento prima di Roma (1999), curati dall’editore Capone di Cavallino (Lecce).
Su Angelo Thio, averroista morcianese del sec. XVI, ha pubblicato Angelo Thio filosofo “apulo” del XVI sec. nella Rivista “Idee”?(Micella, Lecce 1988) e Angelo Thio. L’oggetto della logica (Maglie 1991)

Dettagli
DatiDescrizione
EAN9788883490170
AutoreDacquino Cesare
EditoreCAPONE EDITORE
Data pubblicazione2011/03
CategoriaStoria, *Comuni Salentini
Pagine168
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