Mesi e mesi d’attesa per sottoporsi ad esami spesso vitali: le liste d’attesa nella sanità pubblica rappresentano un problema che si trascina da anni, influendo negativamente sulla salute dei pazienti e minando alla base il rapporto di fiducia tra il cittadino-utente e le Istituzioni, colpevoli di non tutelare il diritto universale alla salute.
Per superare questo blocco si rende necessario un cambio di paradigma, che vede come fattori chiave la figura del medico di famiglia e una maggiore interazione tra le diverse strutture sanitarie territoriali.
Traendo ispirazione dal lavoro di due grandi studiosi di Sanità pubblica, Filippo Anelli e Walter Ricciardi, Pierluigi Camboa propone un approccio al problema delle liste d’attesa basato su due perni: da un lato, il trasferimento della presa in carico olistica del paziente cronico dal medico di famiglia al medico specialista, in forma condivisa attraverso una valutazione multidimensionale dei bisogni e conseguente redazione del Piano Assistenziale Individuale (PAI); dall’altro, l’adozione dei Raggruppamenti d’Attesa Omogenei (RAO) per filtrare gli accessi alle prestazioni diagnostiche in base al criterio dell’urgenza.
I contributi di quattro esperti del settore - Vincenzo Gigantelli, Silvana Melli, Ignazio Aprile e Gennaro Volpe - completano uno studio fortemente tarato sulle esigenze del panorama assistenziale pugliese, ma che si ritiene applicabile all’intera sanità nazionale