pp.71 brossura
Conosciuta già dal XVIII secolo, la derdeba o lila è un rituale di possessione praticato da alcune comunità musulmane di origine nero-africana, gli Gnawa, nel Marocco e in altre nazioni del Maghreb. Tale rituale è analiticamente descritto dall’autore – uno fra i massimi conoscitori di questo misterioso e affascinante universo sincretico afro-mediterraneo – in comparazione con i fenomeni paralleli di possessione diffusi in area africana (bori, zar, vaudoun). Nella sua essenzialità e nella sintesi complessiva che riesce a fornire del fenomeno, quest’opera è una specie di «porta sul mistero» che consente pure un approccio agli altri fenomeni di transe rituale diffusi nel mondo. La derdeba può considerarsi un vero e proprio testo di «iniziazione» alla danza degli Gnawa e alle divinità che popolano il loro pantheon sincretico al confine fra l’agiografia dei santi islamici e le radici animiste dell’antico e mitico «Grande Sudan»: la terra originaria dei Bambara e delle altre etnie deportate in schiavitù dagli arabi verso il Nord Africa nel corso dei secoli.
La lettura di questo breve ma importante trattato è una suggestiva esplorazione delle notti di Essawira percorse da ritmi incessanti dei tamburi e dei crotali, dai profumi degli incensi cerimoniali e dalle presenze inquietanti di geni possessori come Abdelkader Jilali e Lalla Mimouna.
GEORGES LAPASSADE, per lungo tempo professore di filosofia all’Université Paris VIII, ha svolto ricerche pluridecennali sulle danze e sui rituali di possessione nel Maghreb, in Senegal, in Brasile, sul tarantismo dell’Italia Meridionale, sull’hip-hop delle periferie metropolitane statunitensi ed europee. Insieme a Gilbert Rouget, e nel solco della celebre scuola etnografica francese di Michel Leiris e Marcel Griaule, può considerarsi il massimo esperto di stati modificati di coscienza attivo sulla scena culturale e scientifica contemporanea.