pp.350 brossura "Questo di sicuro non è un libro normale" (Stefano Benni) Zagabria, Croazia. Un fortunato giovane manager si dimena nel cuore del traffico. All’improvviso, probabilmente per uno squilibrio mentale, tra lo sgomento di tutti “decide” di staccare la spina. Prende il primo treno in partenza. Milano, Italia. “Costretto” a perseguire solo quello che gli da gioia (l’unico modo per sopravvivere) quasi subito finisce per strada, condividendo a pieno titolo la dimensione di chi sta ai margini, imparando a ricominciare. Il mondo della strada. Tra l’istinto e la follia, tra una visione ironica del mondo e di sé, s’inventa un nuovo mestiere, scrittore di strada. Libero da interferenze e aspetti materialistici della vita, trascorre e trascrive le sue giornate. Una catena di “avventure” autobiografiche ai fini d’un esperimento umano del tutto inconscio. Poetico, filosofico, ironico, ridicolo. Fanculopensiero è tutto questo e molto, molto di più. Bastano poche pagine per scombussolare, prima, e scardinare, poi, il nostro modo di pensare (e di vivere) secondo pregiudizi e conformismi. Poche parole e l’incanto è compiuto: ti ritrovi sbalzato in un mondo magico, colpevolmente invisibile a chi scarpina pensoso in preda agli affanni di ogni giorno. Fanculopensiero si rivela, inesorabilmente, un romanzo polifonico ad una voce, in cui ogni dialogo è un monologo e viceversa. Il continuo, straniante bilico tra discorso diretto e indiretto ne è la manifestazione più evidente e fa dello scrittore un abile acrobata di parole fantastiche.