pp.383, brossura
Con il freddo bisturi della sua penna, Giuseppe Merico aggredisce la materia incandescente dei legami di sangue e dell'abiezione sociale, restituendoci un Sud che è al tempo stesso Archetipo e Rivoluzione. I suoi personaggi sono anime dolenti votate all'autodistruzione, cattivi non per imprinting genetico quanto piuttosto per una indomita vocazione alla sconfitta. Attraverso una lingua asciutta, Merico ci racconta degli angoli neri nascosti sotto le cose, per mostrarcene l'indecifrabile malia. (Omar Di Monopoli)
Mimino lavora nel cimitero di un piccolo paese della Puglia. Ha appena perso il padre e vive con la madre: un’anziana che soffre di elefantiasi e
per questo ha bisogno di cure continue. Un giorno, il custode del cimitero muore in circostanze misteriose, lasciando da solo Mirko, un bambino affetto da un grave disagio psichico. Non essendoci più nessuno a occuparsi del piccolo, Mimino decide di prenderlo con sé. Assistiamo così al comporsi di una famiglia insolita, alla quale si aggiunge Carmela, la prostituta del paese che l’uomo vorrebbe come sua compagna. In questo contesto, Mimino sembra incapace di elaborare il lutto per suo padre. E, costretto al contatto quotidiano con i cadaveri, sviluppa una forma di attenzione morbosa nei confronti di tutti i defunti, che lo porta a profanare i loro corpi. Intanto, fuori dal cimitero, in un Salento gretto e provinciale, il paese è vittima di un antico conflitto tra due uomini di mafia, due fratelli che si rivaleggiano a colpi di auto bruciate, santini e omicidi. A indagare sulla faida, ci sono due poliziotti mandati dalla capitale e destinati ad avere un ruolo nelle vite degli altri personaggi.
Pagina dopo pagina, si compone così un romanzo nerissimo, gotico e terribile, ma anche capace di mostrare al lettore speranza e bellezza: una luce sempre presente, anche quando tutto sembra volgere al peggio.
Giuseppe Merico è nato nel 1974 a San Pietro Vernotico, tra Brindisi e Lecce, e vive a Bologna. Scrive per la rivista letteraria «Argo», ha pubblicato la raccolta di racconti Dita amputate con fedi nuziali (Giraldi, 2007) e il romanzo Io non sono esterno (Castelvecchi, 2011)