JAPIGIAMARA

Negro Giuseppe Ruggero
Dello stesso autore
Editore/Produttore: LATERZA GIUSEPPE EDITORE
EAN: 9788882314163



pp.368 brossura

Una piccola comunità monastica, un eremo, due scienziati sulle piste di un misterioso reperto, la storia sconvolgente di una vita attraversata da un amore-meteora, i luoghi, offerti dal Salento leucadio preistorico japigio, il mare, soprattutto il mare, sono gli ingredienti che danno vita a un intreccio che cattura il lettore fin dalle prime pagine. Il racconto si snoda lento e pacato per un lungo tratto fra le spire di un itinerario che ha come orizzonte la riarsa e solare campagna salentina, copiosa di testimonianze millenarie, di storie e leggende, di sacre tradizioni, di umanità mediterranea. A questo universo antropologico, l`autore attinge a piene mani, fino a liricizzare il suo sentimento di una terra materna e perduta. Terra in cui signoreggiano ancora le ombre dei Mani, autentica e incontaminata nelle sue suggestioni paesaaaistiche e nei volti rugosi dei suoi figli, dignitosi e fieri per nobiltà sortita da un millenario dolore, da una sofferenza legata alla condizione di margine, perciò eroica, fedele, saggia per sapienza antica, per pazienza biblica, per esperienza della storia del sud. Terra che oggi, in parte, non c`è, ma "resiste" nelle fattezze del sud più estremo: Finibusterre, ossia Leuca e il suo circondario. Questo libro è anche l`elegia di essenze ed usanze defunte, che hanno ancora qualche drudo e qualche vestale e che occupano, fra lente movenze narrative, la parte più statica dell`intreccio. A ciò si affianca la rocciosa coreografia del Capo di Leuca: località paleolitiche, "omeriche", popolate di maestosi, odisseici silenzi, sferzate dai venti e dalle onde del mare. Tali scenari si fanno allegoria della razza di Finìbusterre, dell`anima japigia, anima inquieta, ancorché serena e consapevole della propria, inalienabile dignità. L`epilogo dei casi narrati è sorprendente: l`elemento irrazionalistico irrompe fino a trionfare sulle certezze della scienza. In questo scacco, in questa resa riposa il messaggio dell`autore, che sortisce da una amara, disincantata, disillusa visione della vita: non può esservi certezza alcuna che escluda il dubbio o che marginalizzi l`intervento del destino. Tutto ciò si coglie soprattutto nel conclusivo rito funerario, orfico, misterico, "tribale", dove la fede nel sacro e nella vita ultraterrena dello spirito incrocia quella laica e pagana del ricongiungimento all`infinito Tutto, che coincide anche con l`infinito Nulla. Così, il nodo di una fede che, forse, vacilla nella sua sostanza di cose sperate, si risolve con l`eterno ritorno nell`antica pace di quell`edenico cimitero che è il mare.


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€ 15,00
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pp.368 brossura

Una piccola comunità monastica, un eremo, due scienziati sulle piste di un misterioso reperto, la storia sconvolgente di una vita attraversata da un amore-meteora, i luoghi, offerti dal Salento leucadio preistorico japigio, il mare, soprattutto il mare, sono gli ingredienti che danno vita a un intreccio che cattura il lettore fin dalle prime pagine. Il racconto si snoda lento e pacato per un lungo tratto fra le spire di un itinerario che ha come orizzonte la riarsa e solare campagna salentina, copiosa di testimonianze millenarie, di storie e leggende, di sacre tradizioni, di umanità mediterranea. A questo universo antropologico, l`autore attinge a piene mani, fino a liricizzare il suo sentimento di una terra materna e perduta. Terra in cui signoreggiano ancora le ombre dei Mani, autentica e incontaminata nelle sue suggestioni paesaaaistiche e nei volti rugosi dei suoi figli, dignitosi e fieri per nobiltà sortita da un millenario dolore, da una sofferenza legata alla condizione di margine, perciò eroica, fedele, saggia per sapienza antica, per pazienza biblica, per esperienza della storia del sud. Terra che oggi, in parte, non c`è, ma "resiste" nelle fattezze del sud più estremo: Finibusterre, ossia Leuca e il suo circondario. Questo libro è anche l`elegia di essenze ed usanze defunte, che hanno ancora qualche drudo e qualche vestale e che occupano, fra lente movenze narrative, la parte più statica dell`intreccio. A ciò si affianca la rocciosa coreografia del Capo di Leuca: località paleolitiche, "omeriche", popolate di maestosi, odisseici silenzi, sferzate dai venti e dalle onde del mare. Tali scenari si fanno allegoria della razza di Finìbusterre, dell`anima japigia, anima inquieta, ancorché serena e consapevole della propria, inalienabile dignità. L`epilogo dei casi narrati è sorprendente: l`elemento irrazionalistico irrompe fino a trionfare sulle certezze della scienza. In questo scacco, in questa resa riposa il messaggio dell`autore, che sortisce da una amara, disincantata, disillusa visione della vita: non può esservi certezza alcuna che escluda il dubbio o che marginalizzi l`intervento del destino. Tutto ciò si coglie soprattutto nel conclusivo rito funerario, orfico, misterico, "tribale", dove la fede nel sacro e nella vita ultraterrena dello spirito incrocia quella laica e pagana del ricongiungimento all`infinito Tutto, che coincide anche con l`infinito Nulla. Così, il nodo di una fede che, forse, vacilla nella sua sostanza di cose sperate, si risolve con l`eterno ritorno nell`antica pace di quell`edenico cimitero che è il mare.

Dettagli
DatiDescrizione
EAN9788882314163
AutoreNegro Giuseppe Ruggero
EditoreLATERZA GIUSEPPE EDITORE
Data pubblicazione2007
CategoriaNarrativa
Pagine368
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