pp. 359, brossura Per molto tempo non sono riuscita a perdonarmi, quasi fosse una colpa sopravvivere all’assenza di mia sorella, una colpa non essere scomparsa al suo posto, che il suo destino non fosse toccato a me. E stato un tormento che e ritornato quando ho rimesso piede nella sua casa. Per anni non ho avuto il coraggio di farlo. Provavo orrore solo all’idea. Non potevo guardare le sue foto, le nostre foto insieme, noi cosi simili, ma con due vite cosi diverse, un legame che ci ha reso invincibili, prima che ci perdessimo per sempre. Quando sono rientrata nelle stanze dove ha vissuto prima di svanire nel nulla, tutto era ormai pietrificato, deposto, come rinsecchito dal tempo, e anche se c’era ancora qualcosa di suo, sparso ovunque, a me e sembrato un deserto. Ho dovuto farmi molta forza. Infilare la chiave nella toppa. Entrare. Premere l’interruttore, certa che non avrei trovato la luce. Invece c’era. Il lampadario della cucina si e acceso. Nessuno aveva tagliato la corrente, qualcuno aveva continuato a pagare le bollette, per ben dieci anni... Tu! Come se t’aspettassi che da un momento all’altro sarebbe tornata.