pp.124, brossura 21x26, con illustrazioni b/n e colori
Con un contributo di Nicola Costantino.
Il protagonista del libro, e dei suoi gustosi bozzetti di vita vissuta, è quanto meno insolito. È fatto di ghisa, come le cose buone e durature di una volta. Non è molto alto, ha forma conica, tronca, un naso come quello delle streghe dei cartoni, ma non è cattivo… anzi. Nel basso porta una vaschetta, una sorta di marsupio della vita, che a guardarla fa venire in mente il piattino del chierichetto sotto il mento di quelli che fanno la comunione. Che lavoro fa? Un lavoro umile ma importante: dà acqua a tutti, da sempre. È la cape de firr, la storica fontanina dell’Acquedotto Pugliese, oggetto d’arredo urbano comune alle piazze di Puglia che per primo ha portato l’acqua nella sua terra, cent’anni fa.
Il libro, impreziosito da una suggestiva documentazione fotografica d’epoca, è un tributo (e un dono) a chi, inseguendo un sogno, ha compiuto un’impresa colossale in soli nove anni (dal 1906 al 1915) sfidando tutte le difficoltà di un tempo in cui gli strumenti a disposizione non assicuravano il successo e la ragione consigliava di non provarci nemmeno.