Ripensare il Cristo

Magno Pietro
Dello stesso autore
Editore/Produttore: SCHENA EDITORI
EAN: 9788882298487



pp.176

Con questo saggio l’autore si è proposto di ripensare il Cristo ricorrendo ai propri principi filosofici e alla forza del ragionamento. Lasciamo a lui stesso il compito di riassumere questi principi che lo hanno guidato nella stesura del libro:

“L’aver tratto motivo dalla mia concezione del “tempo ottimale” per trasferirlo, identificandolo, nell’evento più straordinario e centrale della storia umana (prima di Lui, dopo di Lui), mi ha portato a meditare o, meglio, a ripensare la figura di Gesù Cristo.

I suoi detrattori, i razionalisti, gli ipercritici che stanno proliferando in questi ultimi tempi, menano vanto di usare la loro razionalità per dimostrare l’illogicità e quindi l’infondatezza di tutto ciò che riguarda la natura divina di Cristo. I più benevoli, al massimo, ammettono soltanto la possibilità della fede, vista come una necessità psicologica dell’uomo che deve creare qualcosa di superiore a cui credere. Invece riteniamo che un buon mezzo di risposta sia proprio quello di affrontare i detrattori nel loro campo specifico, in cui si credono imbattibili, ovvero sulla razionalità. Ne deriveranno delle sorprese in senso favorevole all’effettiva presenza della divinità attraverso la Rivelazione. Infatti, se Dio è anche somma intelligenza, essendo sommo Vero, si devono necessariamente comprendere razionalmente i suoi atti terreni compiuti attraverso il figlio, che, proprio perché terreni, pur nella loro straordinarietà, possono essere analizzati e dimostrati da una mente pur sempre terrena come la nostra.

Queste premesse stanno alla base appunto di questo mio lavoro. Nei suoi sette capitoli mi sono riproposto di ripensare il Cristo attraverso gli aspetti che maggiormente parrebbero andare contro la cosiddetta logica umana. Si possono riassumere in tre momenti: la nascita, i miracoli e la Risurrezione. Essi sono posti al vaglio della mia indagine speculativa che, applicandovi i propri principi filosofici, vi ha scorto una plausibile sintonia con quanto è consentito all’imperfetta mente umana dimostrare.

Di conseguenza ho fatto uso di un procedimento razionale ben più vario di quello sinora ipotizzabile, poiché è stato collocato su un grado che non ha respinto a priori la possibilità del trascendente e della categoria del divino. Se questi ultimi sono accettati normalmente nell’ambito della metafisica, non si vede perché non possono essere applicati anche quando si rimane al livello terreno e storico dell’esistenza di Gesù.

Non mi sono infatti proposto, come si pensa normalmente in tali occasioni, di ricorrere alla fede per spiegare “il dubbio dei dubbi”. Troppo facile ricorrervi, sia da parte di chi crede, sia del non credente che così trova motivo per liquidare l’intera questione, riferendola a scelte del tutto personali ed emotive.

Nil admirari” “non meravigliarsi di nulla”, questa espressione di Orazio (Epist.,I. 6, 1) penso che metta bene in luce come anche dinanzi all’evento più straordinario fino ad ora della storia, non bisogna farsi prendere dalle due opposte prese di posizione: o troppa fiducia o liquidare il tutto come vaneggiamenti, ambedue senza nessun discernimento critico. Quest’ultimo invece s’impone proprio per la valenza storica di un tale evento. Il fine è quello di una verità che non potrà mai essere dimostrata senza ombra di dubbio in un senso o nell’altro, in quanto la corruttibilità del sensibile unita allo scorrere ineluttabile del tempo, impedisce sempre che si giunga alla certezza assoluta.

Se si riuscirà anche in parte a giungervi, sarà motivo di soddisfazione per chi crede nella forza della ragione, sia essa solo nel campo del sensibile, oppure nel grado trascendente del divino.

Spero soltanto che questo mio tentativo possa risultare di un qualche utilità, nel cammino verso il divino, per chi lo vorrà leggere”.


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pp.176

Con questo saggio l’autore si è proposto di ripensare il Cristo ricorrendo ai propri principi filosofici e alla forza del ragionamento. Lasciamo a lui stesso il compito di riassumere questi principi che lo hanno guidato nella stesura del libro:

“L’aver tratto motivo dalla mia concezione del “tempo ottimale” per trasferirlo, identificandolo, nell’evento più straordinario e centrale della storia umana (prima di Lui, dopo di Lui), mi ha portato a meditare o, meglio, a ripensare la figura di Gesù Cristo.

I suoi detrattori, i razionalisti, gli ipercritici che stanno proliferando in questi ultimi tempi, menano vanto di usare la loro razionalità per dimostrare l’illogicità e quindi l’infondatezza di tutto ciò che riguarda la natura divina di Cristo. I più benevoli, al massimo, ammettono soltanto la possibilità della fede, vista come una necessità psicologica dell’uomo che deve creare qualcosa di superiore a cui credere. Invece riteniamo che un buon mezzo di risposta sia proprio quello di affrontare i detrattori nel loro campo specifico, in cui si credono imbattibili, ovvero sulla razionalità. Ne deriveranno delle sorprese in senso favorevole all’effettiva presenza della divinità attraverso la Rivelazione. Infatti, se Dio è anche somma intelligenza, essendo sommo Vero, si devono necessariamente comprendere razionalmente i suoi atti terreni compiuti attraverso il figlio, che, proprio perché terreni, pur nella loro straordinarietà, possono essere analizzati e dimostrati da una mente pur sempre terrena come la nostra.

Queste premesse stanno alla base appunto di questo mio lavoro. Nei suoi sette capitoli mi sono riproposto di ripensare il Cristo attraverso gli aspetti che maggiormente parrebbero andare contro la cosiddetta logica umana. Si possono riassumere in tre momenti: la nascita, i miracoli e la Risurrezione. Essi sono posti al vaglio della mia indagine speculativa che, applicandovi i propri principi filosofici, vi ha scorto una plausibile sintonia con quanto è consentito all’imperfetta mente umana dimostrare.

Di conseguenza ho fatto uso di un procedimento razionale ben più vario di quello sinora ipotizzabile, poiché è stato collocato su un grado che non ha respinto a priori la possibilità del trascendente e della categoria del divino. Se questi ultimi sono accettati normalmente nell’ambito della metafisica, non si vede perché non possono essere applicati anche quando si rimane al livello terreno e storico dell’esistenza di Gesù.

Non mi sono infatti proposto, come si pensa normalmente in tali occasioni, di ricorrere alla fede per spiegare “il dubbio dei dubbi”. Troppo facile ricorrervi, sia da parte di chi crede, sia del non credente che così trova motivo per liquidare l’intera questione, riferendola a scelte del tutto personali ed emotive.

Nil admirari” “non meravigliarsi di nulla”, questa espressione di Orazio (Epist.,I. 6, 1) penso che metta bene in luce come anche dinanzi all’evento più straordinario fino ad ora della storia, non bisogna farsi prendere dalle due opposte prese di posizione: o troppa fiducia o liquidare il tutto come vaneggiamenti, ambedue senza nessun discernimento critico. Quest’ultimo invece s’impone proprio per la valenza storica di un tale evento. Il fine è quello di una verità che non potrà mai essere dimostrata senza ombra di dubbio in un senso o nell’altro, in quanto la corruttibilità del sensibile unita allo scorrere ineluttabile del tempo, impedisce sempre che si giunga alla certezza assoluta.

Se si riuscirà anche in parte a giungervi, sarà motivo di soddisfazione per chi crede nella forza della ragione, sia essa solo nel campo del sensibile, oppure nel grado trascendente del divino.

Spero soltanto che questo mio tentativo possa risultare di un qualche utilità, nel cammino verso il divino, per chi lo vorrà leggere”.

Dettagli
DatiDescrizione
EAN9788882298487
AutoreMagno Pietro
EditoreSCHENA EDITORI
Data pubblicazione01/01/2009
CategoriaReligione
Pagine176
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