AA.VV.
Il turismo prima del turismo. Il viaggio di formazione.
Mostra documentaria (18 giugno-31 ottobre 2015)
formato 17x24, brossura
pagine 72, oltre 150 ill. a colori
Che Napoli sia stata – e sia, in parte, anche oggi – una delle capitali della cultura in Europa è noto, e sarebbe superfluo addurne le ragioni. Ma per lo più, a dar conto di questa affermazione, si tira in ballo l’architettura, la scultura, la pittura, le arti decorative della città di Partenope.
Questa mostra intende invece documentare, attraverso una nutrita raccolta di reperti storico-artistici (acquerelli, gouaches, disegni, litografie, incisioni), un altro aspetto di questa straordinaria civiltà: quello per così dire antropologico, legato alla vita quotidiana e alle tradizioni e usanze del popolo napoletano. Argomento che, fatta qualche doverosa eccezione (chi non ha mai sentito parlare di tarantella o di mangiatori di spaghetti?) non è affatto noto, e che offre numerosi motivi per suscitare il nostro interesse, stimolare le nostre riflessioni, permetterci di misurare la distanza tra la Napoli di un tempo e quella attuale. Con un’avvertenza: non è una visione del tutto “oggettiva” della vita popolare a Napoli fra Sette e Ottocento quella che le opere in mostra offrono, ma in parte piegata e adattata a suscitare la curiosità e talvolta il divertito stupore del turista che percorreva la costa o s’aggirava nelle strade interne della città rimanendo colpito dai molteplici modi in cui si esprimeva all’epoca la vita del popolo. La mostra risulta pertanto fondamentale per cogliere aspetti decisivi di un periodo storico che vide Napoli svolgere il ruolo di vero e proprio crogiolo di culture, punto d’attrazione per i viaggiatori che compivano il Grand Tour ma anche per l’alta borghesia attratta dalle sue bellezze naturali, paesaggistiche, artistiche e dalle sua tradizioni (non dimentichiamo che tutti noi siamo stati “regnicoli”, e che la civiltà napoletana ha contribuito a farci quello che siamo).
La mostra vuole insomma sollecitare l’attenzione del pubblico, degli studiosi e degli studenti su un patrimonio d’immagini affascinante e poco conosciuto, superando i tradizionali confini della storia dell’arte e allargandosi verso percorsi ed orizzonti poco praticati