Terra d'Otranto nel Cinquecento. La visita pastorale dell'Archidiocesi di Otranto nel 1522
pp.200 brossura 17x24 illustrato b/n.
L`attenzione del visitatore è rivolta soprattutto alle chiese, i loro benefici ed il culto annesso.La visita iniziava sempre dalla chiesa grande, quella matrice dove era il parroco e il clero. Solo due volte è annotato che il visitatore si fermò a pregare, tanto i verbali del 1522 passano subito a riferire della ispezione al fonte battesimale, alla conservazione dell`Eucarestia, degli olii santi e del crisma, del coro e dei libri liturgici, della sacrestia e dei paramenti e degli oggetti sacri, del canipaniIe e delle campane. Infine, con il registro alla mano, il visitatore controllava il patrimonio degli altari e delle chiese, per annotarvi le eventuali variazioni dal tempo della visita precedente e per compilare i pochi inventari mancanti. E così nelle altre chiese di ogni luogo.Come non sono registrate le funzioni liturgiche di apertura, così non ricorre mai una nota sulla predicazione fatta al popolo o sulle indagini circa il comportamento dei preti e dei chierici e circa la pratica sacramentale dei fedelli. Si tratta di una visita "reale", per dirla in termini tecnici. E Ie decisioni riguardano in prevalenza la conservazione degli edifici e della suppellettile sacra, talvolta sulla comparsa dei titolari dei benefici ecclesiastici
(SALVATORE PALESE, dalla Presentazione)