pp.320 + 32 di illustrazioni - rilegato;
Nella storia del Sud c’è una tragedia dimenticata: le donne che si opposero, le donne dei “briganti”. La storiografia risorgi-mentalista le ha bollate come “drude”, donnacce, occupandosene quando si trattava di soddisfare la grossolana curiosità dei lettori di romanzi popolari. Ma chi si accosta oggi alle brigantesse con obiettività d’intenti non può che scorgervi la sofferenza dell’altra metà del cielo dell’intera popolazione meridionale. Ci furono donne che insorsero in armi, affiancando i loro uomini, altre li seguirono nella latitanza, altre ancora li fiancheggiarono in tutti i modi, fornendo loro l’essenziale per la vita alla macchia. Questa ricerca offre una prima sistemazione organica del loro ruolo, distinguendole in oppositrici di prima, seconda e terza linea. Difficile dire se tutte erano pienamente consapevoli di ciò che facevano, ma di certo ebbero modo di vivere sulla loro pelle i profondi cambiamenti che l’unificazione dell’Italia comportava. Il lettore troverà storie di donne famose e di altre sconosciute: l’autore ricostruisce le biografie delle brigantesse e vi aggiunge un lungo e inedito elenco di fiancheggiatrici. Scorrendolo si ha netta la sensazione che il ribellismo contadino meridionale fu un’autentica rivolta popolare, alla quale non si sottrassero le donne che, anzi, vi parteciparono in massa. È sembrato giusto sottrarle all’oblio in cui erano state confinate e restituirle alla memoria collettiva, per quello che sono veramente state: donne testimoni e, insieme, protagoniste di un’epoca, che reagirono alla violenza dell’invasione piemontese.