pp.30, brossura S’ha idea che d’un balzo Lecce sia passata dagli imperatori romani ai signori del sei e settecento che la costruirono palazzo per palazzo, chiesa per chiesa, strada per strada nello stile ridente di frutta e fiori. A sera la città si sveglia ed eccola colma di gente e di carrozze, di luci e grati bisbigli. L’aria fresca della piana reca i rinnovati profumi dei giardini e del mare. Taranto, reduce di guerra, acciaccata e impoverita. Taranto seduta per terra, come Belisario cieco, a stendere la mano... Ingiustizia della sorte, diciamo la verità, che scrive le sconfitte in caratteri maiuscoli sulla faccia delle città «militari» e le altre le lascia così come sono, anzi galvanizzate ed euforiche per la febbre trascorsa.