Come divenni brigante. Autobiografia di Carmine Crocco

Crocco Carmine
Dello stesso autore
Editore/Produttore: LACAITA
EAN: 1210000001191



pp.174 brossura 12x18 illustrato b/n

Riproporre in rinnovata veste editoriale la ristampa dell`Autobiografia di C. Crocco, capo dei briganti lucani neiprimi anni successivi all`Unità d`Italia, è un`operazione culturale che acquista oggi un particolare significa to. La crisi della prima Repubblica e il mancato radicamento, in essa, degli ideali scaturiti dalla Resistenza impongono una revisione della Storia d`Italia, per individuare le origini reali di quella crisi di regime che ha portato allo sfacelo dei nostri giorni. Il brigantaggio, in tal senso, non è solo da intendere come cronaca inedita dell`Unità, di cui ha scoperto lati drammatici ed ambigui, ma anche la spia più generale di una condizione meridionale che si è imposta, anche all`attenzione dell`opinione pubblica europea, grazie ai clamori suscitati, sulla stampa e negli scritti di autori internazionali, dalle gesta brigantesche. L`Autobiografia di C. Crocco è un documento originale, privo di orpelli retorici, testimonianza di una ideologia della lotta sociale che si confronta con i valori tradizionali della società meridionale: famiglia, onore, disoccupazione, fede, patria. Il riferimento al melfese, come alla zona strategicamente più rilevante delle bande brigantesche, sollecita una riflessione sulla centralità di quel posto quale espressione emblematica di una realtà contradittoria, che nell`arco dei secoli ha visto alternarsi la civiltà del diritto laico con Federico Il, la violenza senza confini della lotta tra esercito e briganti, le ambiguità del meridionalismo della Fiat insediatasi a Melfi con una Fabbrica integrata del sistema Toyota. Il brigantaggio, quindi, attraverso le stimolazioni provenienti dal testo autobiografico diCrocco, diventa occasione storica per rivedere vecchi e nuovi problemi, verificare mitologie superate, fare il punto sulla questione attuale dei rapporti tra meridionalismo e federalismo.Ma è anche uno stimolo a ripensare il concetto stesso di brigante, per sottrarlo sia alla facile retorica dell`eroismo popolare che al disprezzo pregiudiziale delle sub-culture razziste. Il dibattito di questi giorni ha ripreso a discutere il tema del confronto Nord-Sud, ancora essenziale per capire i cambiamenti in atto nella società civile e la crisi delle istituzioni rappresentative. Al riaffacciarsi di ambigue culture razziste e secessioniste, la rilettura della storia d`Italia, anche nel capitolo drammatico e contradittorio del brigantaggio, può essere stimolo a ripensare nel suo insieme un itinerario nazionale che si è barcamenato tra sostanziali resistenze al cambiamento e timide aperture al nuovo. L`assenza di un progetto e la caduta di una tensione ideale fanno del futuro, che ancora non s`intravede, una scommessa i cui esiti sono difficilmente prevedibili.


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pp.174 brossura 12x18 illustrato b/n

Riproporre in rinnovata veste editoriale la ristampa dell`Autobiografia di C. Crocco, capo dei briganti lucani neiprimi anni successivi all`Unità d`Italia, è un`operazione culturale che acquista oggi un particolare significa to. La crisi della prima Repubblica e il mancato radicamento, in essa, degli ideali scaturiti dalla Resistenza impongono una revisione della Storia d`Italia, per individuare le origini reali di quella crisi di regime che ha portato allo sfacelo dei nostri giorni. Il brigantaggio, in tal senso, non è solo da intendere come cronaca inedita dell`Unità, di cui ha scoperto lati drammatici ed ambigui, ma anche la spia più generale di una condizione meridionale che si è imposta, anche all`attenzione dell`opinione pubblica europea, grazie ai clamori suscitati, sulla stampa e negli scritti di autori internazionali, dalle gesta brigantesche. L`Autobiografia di C. Crocco è un documento originale, privo di orpelli retorici, testimonianza di una ideologia della lotta sociale che si confronta con i valori tradizionali della società meridionale: famiglia, onore, disoccupazione, fede, patria. Il riferimento al melfese, come alla zona strategicamente più rilevante delle bande brigantesche, sollecita una riflessione sulla centralità di quel posto quale espressione emblematica di una realtà contradittoria, che nell`arco dei secoli ha visto alternarsi la civiltà del diritto laico con Federico Il, la violenza senza confini della lotta tra esercito e briganti, le ambiguità del meridionalismo della Fiat insediatasi a Melfi con una Fabbrica integrata del sistema Toyota. Il brigantaggio, quindi, attraverso le stimolazioni provenienti dal testo autobiografico diCrocco, diventa occasione storica per rivedere vecchi e nuovi problemi, verificare mitologie superate, fare il punto sulla questione attuale dei rapporti tra meridionalismo e federalismo.Ma è anche uno stimolo a ripensare il concetto stesso di brigante, per sottrarlo sia alla facile retorica dell`eroismo popolare che al disprezzo pregiudiziale delle sub-culture razziste. Il dibattito di questi giorni ha ripreso a discutere il tema del confronto Nord-Sud, ancora essenziale per capire i cambiamenti in atto nella società civile e la crisi delle istituzioni rappresentative. Al riaffacciarsi di ambigue culture razziste e secessioniste, la rilettura della storia d`Italia, anche nel capitolo drammatico e contradittorio del brigantaggio, può essere stimolo a ripensare nel suo insieme un itinerario nazionale che si è barcamenato tra sostanziali resistenze al cambiamento e timide aperture al nuovo. L`assenza di un progetto e la caduta di una tensione ideale fanno del futuro, che ancora non s`intravede, una scommessa i cui esiti sono difficilmente prevedibili.

Dettagli
DatiDescrizione
EAN1210000001191
AutoreCrocco Carmine
EditoreLACAITA
Data pubblicazione1995
CategoriaStoria, *Brigantaggio
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