pp.128, brossura
Ci fu un tempo durante il quale il saio e la spada dei monaci-guerrieri rappresentarono l’estrema difesa della Cristianità nelle contrade della Terrasanta e in quelle ai confini dell’Europa. Formidabili e temibili combattenti in nome della Croce.
Dei Templari, dei Giovanniti, dei Teutonici tutti ormai ne conoscono a grandi linee le vicende, ma vi erano anche altri cavalieri che non furono da meno nel coraggio e nel sacrificio. Di quest’ultimi tratta il libro nel tentativo, non celato, di trarli dall’oblio.
Si spazia dai cavalieri dal bianco mantello dell’Ordine di Santa Caterina, posti a sempiterna scorta delle piste sinaitiche, ai monaci-guerrieri dell’Ordine del Fuoco Sacro o di Sant’Antonio Abate, la cui veste nera è caricata da una croce tatuata di colore azzurro sul lato sinistro; alla storia millenaria di una commanderia di quest’ultimi in una comunità dell’Italia meridionale; al Tau combattente degli uomini d’arme della Confrérie de Monseigneur Saint Antoine de Bar- befosse.
Dall’Ordine dei Monaci Bianchi e delle loro fondazioni ospitaliere nel nome di una delle “sette Madonne napolitane”, la Materdomini, ai cavalieri di San Giacomo della Spada, che si battono e muoiono alla grande per la salvezza dell’anima loro e a maggior gloria del loro Celeste Patrono. Dalla fascinosa Nobile Compagnia del Nodo d’Amore, i cui cavalieri possono riannodare il nodo soltanto visitando, da umili pellegrini, il Santo Sepolcro, ai cavalieri dell’Ordine degli Argonauti di San Nicola con insegna una navicella nel mare in burrasca, a significare la fortitudo della loro fede di milites cristiani in mezzo al mare tempestoso dei destini umani.
Il libro tratta anche diffusamente delle misteriche origini dei Cavalieri del Tempio e soprattutto del loro fondatore, Ugone dei Pagano, di cui si rivendica puntigliosamente e orgogliosamente la nazionalità italiana. Ampio capitolo poi sulla marineria al tempo dei Templari, di cui quella di Puglia, con i suoi strategici porti d’imbarco verso la Terrasanta e con le sue consuetudini e ordinamenti marittimi anteriori a quelli delle Tavole amalfitane, ne rappresenta la punta di diamante per tutto il tempo medievale.
L’Autore
Orazio Ferrara (1948), nato a Pantelleria (Tp), vive in provincia di Salerno. Già responsabile della Biblioteca Co- munale della Città di Sarno, scrittore e saggista, ha pubblicato con l’editore Capone Sud. Storie di lazzari, sanfedisti, briganti e separatisti (2010), La navigazione nel mondo antico (dai Cretesi agli Etruschi) (2011), Addio Sud. O briganti o emigranti (2012).
Numerosi i volumi pubblicati con altri editori. Tra i più recenti ricordiamo Fronte dell’Est. Gli italiani in Russia (2012), Italiani nelle guerre d’Africa (2012), La marineria dell’isola di Pantelleria in epoca moderna (2012), Gli assi dei sommergibili nella Seconda guerra mondiale (2012), Pelle di marinai (2013). Ha curato il volume di Giuseppe Ferrara Memorie di un 2° Capo della Regia Marina, con il saggio aggiuntivo “La resa di Pantelleria. Storia di un enigma” (2011).
È redattore dei periodici locali “La Voce ed Eventi”, collabora a diverse riviste a diffusione nazionale, tra cui “L’Al- fiere”, “Due Sicilie”, “Agorà”, “Storia in Rete”, “La Grande Guerra”, “Storia del Novecento”, “Eserciti nella Storia”, “Aerei nella Storia”, “Santini & Similia”, “Cronache Medievali”. Numerosi siti internet di storia pubblicano suoi con- tributi. Fondatore del Centro Studi di Storia, Archeologia e Araldica I Diòscuri.