pp.128 brossura 17x25 ill.b/n Le società e le culture preistoriche ci `parlano` quasi esclusivamente attraverso le "cose", materiali e manufatti in pietra, in osso, in ceramica; solo di rado troviamo forme espressive complesse, come le pitture della Grotta dei Cervi di Porto Badisco, ed anche in questi casi il loro linguaggio, così lontano e `diverso`, va `decifrato`. Ognuno sa quanto difficile e meticoloso studio, quanta paziente disciplina e metodica applicazione richiedano l`individuazione e lo scavo stratigrafico dei siti preistorici, l`analisi, il confronto e la classificazione tipologico-funzionale dei diversi materiali e manufatti (o `immagini`), l`interpretazione dei contesti deposizionali, la lettura della loro `composizione` e distribuzione spaziale. Operazioni complesse ed estremamente delicate, che chiamano in campo `sa-peri` altamente specializzati, ma che sole consentono di `decifrare` l`alfabeto e di `leggere` correttamente le informazioni che ci trasmettono le "cose" della preistoria. Può accadere di fermarsi, per così dire, a questo pur necessario e ineludibile livello. Ma ci sono ulteriori e affascinanti sfide: quella di ricostruire e comprendere il linguaggio delle "cose" e di riuscire a farle `parlare` degli uomini e donne, delle società della preistoria, del loro mondo, delle loro culture e vicende, e, forse ancor più, quella di `tradurne` il linguaggio e il `racconto` in termini sufficientemente rigorosi da non travisarne o banalizzarne il `racconto`, ma anche abbastanza agili da renderli accessibili anche ai non specialisti. L`Università di Lecce, sin dai primi anni delle sua esistenza, ha dato grande impulso, nell`ambito del settore storico-archeologico e grazie all`impegno di grandi studiosi come i compianti Antonio Radmilli e Giuliano Cremonesi, alle ricerche sulla preistoria dell`Italia Meridionale, e in particolare del Salento....(dalla Presentazione)....