pp.142, brossura, illustrato b/n
A ridestare la figura di Bellalma Forzato Spezia (1877-1962) dall'oblio della storia è stato il grande interesse nato negli ultimi anni negli Stati Uniti d'America per il ruolo avuto da alcune donne italiane - ivi emigrate insieme a padri, fratelli o mariti, per ragioni quasi sempre di natura economica - nell'emancipazione sociale e politica dei propri connazionali in generale, ma dell'elemento femminile in particolare. Il lavoro da svolgere a più livelli era, per queste donne, quantitativamente rilevante e presentava difficoltà enormi, soprattutto di natura antropologica prima che politica.
La poliedrica e complessa figura di Bellalma Forzato Spezia - scoperta e poi studiata dall'autore di questo lavoro partendo da un suo libro completamente sconosciuto, stampato a Lecce nel 1922 - punterà quasi tutte le sue carte sull'educazione delle nuove generazioni attraverso una pedagogia razionale, laica e libertinaria, avendo come base il progetto e gli obiettivi della "Scuola Moderna" promossa dall'anarchico catalano Francisco Ferrer, ma anche la metodologia positivistica di Ugo Pizzoli, allievo del salentino Pietro Siciliani. Senza trascurare la poesia di Mario Rapisardi, per Bellalma vera scuola di libertà.