Eloisa si avviava al suo diciassettesimo anno quando Abelardo entrò nella sua vita. Non se ne andò più. Come per molti grandi amori l'inizio è giocoso: sguardi, sorrisi, malizie, ammiccamenti, innocenti civetterie, ma non si scherza col fuoco, il fuoco divampa, diventa un incendio. Avverrà l'irreparabile. Il filosofo Abelardo dall'inizio alla conclusione del dramma cercherà disperatamente, con tutta la forza della sua logica, di dare un ordine e un senso agli accadimenti, che lo porteranno a subire prima la bruciante umiliazione della sua virilità e poi, per due volte, la condanna del suo pensiero e dei suoi insegnamenti. Eloisa, amante di Abelardo, madre di suo figlio poi sua sposa e monaca per amor suo, contro ogni logica con tenacia, con passione, con il clamore dei lucidi sragionamenti del cuore, per tutta la vita alimenterà la sua lampada: verrà lo sposo, forse lui verrà.