SIGISMONDO CASTROMEDIANO. DIARIO ( 1847 - 1851 )

pp. 169, brossura, illustrato b/n

"Questo fu l’uomo. Non fu un genio, ma un carattere. Ebbe del sangue aristocratico la fermezza indiscussa, il sentimento del dovere, l’essere conservatore; ma trasse dalla borghesia e dal popolo la mansuetudine, l’animo inclinato alla bellezza e l’intuizione dei tempi moderni. Tra le audacie quarantottesche non combatté con le armi, ma scrivendo e consigliando. Oggi il suo sarebbe stato un reato appena da correzionale, ma a quei giorni il conato generoso si pagava col sangue. Ricomposta l’Italia, le spie, i delatori, coloro che gli ringhiarono attorno, salirono in alto e si arricchirono; egli che aveva contribuito a farla, benché deputato, consigliere provinciale, direttore di istituti, fondatore di un museo, rimase e morì povero".