pp.104 Sonetti d’ispirazione popolaresca senza filtri, priva di qualsiasi mediazione culturale. Non vi è nell’autore volontà razionale di fissare i pensieri in versi. La poesia di Colella è qualcosa di spontaneo che obbedisce a una sorta d’istinto naturale che traduce in versi i pensieri, le insofferenze, la condanna di un mondo che non condivide e la nostalgia, invece, per uno migliore. Solo a tratti, e alla fine di questa raccolta, si coglie la vena lirica dettata dagli affetti famigliari, dall’amore per la sua terra e per la musica, la pizzica-pizzica, che ne costituisce la colonna sonora. Se l’ispirazione è prevalentemente popolaresca, la cifra connotativa della maggior parte della raccolta è l’irriverenza. Si tratta di sonetti che guardano a un mondo che dovrebbe avere come componente indispensabile la perfezione e che invece alla resa di fatti si dimostra corrotto e deprecabile. È il mondo cattolico, dei suoi ministri non propriamente "degni", dei credenti superficiali, delle contraddizioni tra la purezza di un messaggio e la realtà quotidiana dei comportamenti.