pp.191, brossura 17X24; ill. B/N Quello consegnato nelle pagine che seguono è un atto di amore di Biagio Saracino verso Aristodemo Marasco. E non solo verso di lui. Il Marasco fu un personaggio sanguigno e operoso, risoluto eppure controverso, al quale la comunità avetranese deve indubbiamente molto. Ne è una prova, appunto, questo libro ove con notevole scrupolo euristico-documentario e con felice gusto narrativo l’Autore ricostruisce anche i contenuti dell’impegno pubblico del Marasco nella sua veste prima di sindaco, poi di podestà di Avetrana negli anni compresi fra il 1915 e il 1928: un impegno permeato di fervido pragmatismo e insieme di slancio utopistico, tradottosi in un gran numero di iniziative che riguardarono, fra l’altro, il radicamento locale del fascismo, l’arrivo dell’acqua corrente e dell’energia elettrica, la costruzione del teatro, il riassetto urbanistico, la sistemazione del cimitero comunale, nonché progetti rimasti irrealizzati come la bonifica dell’Arneo e la linea ferroviaria Taranto-Gallipoli.