Gaudioso Francesco
pp.255 brossura 17x24
Nel Mezzogiorno preunitario, dal Decennio francese alla caduta del regime borbonico, l`attività brigantesca (con i suo; esiti criminali, sociali e politici) ha costituito una seria preoccupazione per l`ordine pubblico, la sicurezza e il controllo del territorio. Il volume ricostruisce. nel contesto di una società violenta e macabra, i sistemi e gli apparati repressivi che, improntati all`esemplarità e al rigore punitivo, erano finalizzati alla distruzione delle bande armate: tribunali e commissioni militari; liste di fuorbando; esecuzioni sommarie con mutilazioni ed esposizione dei corpi smembrati; legittimazione della giustizia privata attraverso l`impunità concessa a coloro che avessero ucciso briganti, esibendo, a riconoscimento del servizio effettuato, le teste dei ricercati; pressioni sulle comunità locali per indurle alla collaborazione attiva nella lotta al brigantaggio; minacce di severe sanzioni e pene detentive ai familiari e parenti dei briganti perché consegnassero alla giustizia i congiunti latitanti. Oltre alle strategie repressive (d`estrema durezza e crudeltà), sono stati analizzati, nell`ambito di una discontinuità ed inefficacia punitiva, i cedimenti (amnistie, premi e benefici concessi ai delatori e traditori dei compagni) e le trattative tra lo Stato e le grandi bande, nonché gli incentivi a pentiti e collaboratori di giustizia, utilizzati per minare dall`interno la compattezza delle comitive e per smantellare la rete di solidarietà e di connivenza col mondo brigantesco (complici, protettori e mandanti)