Aa.Vv.
pp. 329, brossura
Il titolo del presente lavoro è un’espressione del nostro più antico poeta dialettale, Francescantonio D’Amelio. Se oggi i dialetti sono sopraffatti dalla lingua letteraria, tuttavia a volte un vocabolo, una frase, un proverbio del popolo ci vengono spontanei e, diciamolo pure, anche più efficaci delle corrispondenti espressioni in lingua. Per non dimenticare dunque la parlata del popolo, abbiamo raccolto in lunghi anni - Maria Attisani prima e sua figlia Itala Stella Vernaleone-Lavilla poi - il maggior numero di vocaboli nostri, non tralasciando i più antichi; quelli che costituiscono il "rusciaro" cioè il linguaggio di Rudiae, la nostra "madre terra": il villaggio vicinissimo a Lecce, paese natio, ora distrutto, di Quinto Ennio. Il nostro dialetto - com’è noto - contiene non pochi vocaboli originari dal greco, dal latino e dallo spagnolo.